Grigor Dimitrov (Daylife)
Novak Djokovic 10 e lode. Impeccabile. Sfrutta la non-erba a suo favore per tutto il torneo, affrontando pochissimi momenti di difficoltà (Baghdatis e Tomic).
In finale dà subito l’impressione di aver dato vita alla prosecuzione del match romano contro Nadal (l’ultimo giocato).
Terzo Slam della carriera, primo Wimbledon e numero uno del mondo con duemila punti di vantaggio circa sullo spagnolo. Straordinario.
Noi, intanto, attendiamo con “fiducia” che a Wimbledon torni l’erba vera.
Rafael Nadal 6. Merita la sufficienza perché è tornato in finale. Ma quest’anno non ha giocato bene. A parte i problemi fisici, ha rischiato seriamente contro Del Potro, più di quanto dica il punteggio.
In finale ha pagato l’assenza di varianti concrete e competitive nel suo gioco, pur migliorato in questi anni. Il dritto di Djokovic sul suo rovescio è il colpo che più ha sofferto quest’anno, anche qui in finale. Ricorda un po’ la situazione che si crea quando è lui a giocare il dritto sul rovescio di Federer.
Cinque finali importanti perse quest’anno contro Djokovic, nonché prima partita Slam. Nemesi?
Roger Federer 5,5. Ha giocato meglio di tutti fino ai primi due set dei quarti di finale. Sembrava ritrovato, il rituale delle esibizioni-match di Wimbledon pareva essersi ristabilito. Poi, il buio. Tsonga ha giocato, sì, un gran match. Ma ciò che ha più sorpreso tutti quanti è stata l’arrendevolezza di Roger, la mancanza del dente avvelenato e l’assenza di una qualsivoglia volontà di recuperare la situazione. Che piano piano è andata aggravandosi. Ha un mese per rigenerarsi e per tornare sulla sua superficie preferita (sì, lo è): il cemento.
Andy Murray 7. È arrivato in semifinale meglio degli altri anni. Quel dritto out di un niente sul 7-5 2-1 15-30 della semifinale contro Nadal non lo dimenticherà facilmente.
Richard Gasquet 7,5. Ottavi di finale, come a Parigi. Gli avrei dato otto se solo avesse dimostrato più cattiveria agonistica contro Murray. Onore a Riccardo Piatti.
Feliciano Lopez 7,5. Ordinato e paziente, stranamente, batte un Roddick fuori condizione e recupera un match perso contro Kubot in ottavi di finale. Poco ha potuto contro Murray.
Mardy Fish 7,5. Pulito, impeccabile. Corre, lotta, vince. Con Nadal poteva fare di più, forse, ma gran torneo.
Juan Martin Del Potro 6,5. È andato molto vicino alla vittoria contro Nadal, il punteggio è un po’ bugiardo. Sarà un pessimo cliente agli US Open. Deve crescere col servizio.
Ivan Ljubicic 8. Ha giocato molto probabilmente la più bella partita del torneo al terzo turno contro Murray. Avrebbe meritato il quinto set per il tennis espresso.
Condizione fisica incredibile, è uno spettacolo vederlo giocare.
Jo-Wilfried Tsonga 8,5. Torneo bellissimo, ha rischiato solo con l’ottimo Dimitrov.
Ha battuto Roger nei quarti, ma ha confermato tutti i suoi limiti. Sostanzialmente è un macellaio, non gioca bene a tennis come molti sostengono. La sua forza, che è straordinaria, riguarda la presenza in campo, la volontà di vincere le partite e il coraggio. In più è un personaggio molto positivo, nonché un ragazzo simpatico.
Ha vinto perché ha spaventato lo svizzero, non gli ha certo dato una lezione di tennis. Suvvia.
Bernard Tomic 8. Dalle qualificazioni ai quarti di finale spaventando Novak Djokovic. Niente male per il teenager australiano.
Tuttavia, tecnicamente è un pugno in un occhio. Rigidissimo, prototipo del giocatore moderno. Il dritto è pongistico. Direte che le partite vanno comunque vinte, e io sono d’accordo. La cosa preoccupante è che oggi per vincere bisogna diventare tennisticamente così brutti.
Xavier Malisse e Michael Llodra 7,5. Voto accorpato per i due straordinari talenti in ottavi di finale. Il primo ha avuto una chance con Tomic ma ha scelto di non scendere in campo, praticamente. Il secondo ha vinto il suo torneo perdendo da Djokovic.
Mikhail Youzhny 7,5. Bravissimo a metter paura a Federer negli ottavi. Ormai è un giocatore maturo. (L’ho detto troppo forte?)
David Ferrer 7,5. Il giocatore meno considerato del torneo è approdato ancora una volta agli ottavi di finale. Chapeau.
Fernando Gonzalez 6,5. Terzo turno, bentornato! Ti aspettiamo ai tuoi livelli.
Grigor Dimitrov 8. Dicono che non bisogna esaltarsi per un giovane che gioca bene perché può tradire. Va bene, forse. Ma ammetterete che le coincidenze sono troppe:
- gioca UGUALE a Federer
- usa la stessa sua racchetta, ovale 90, proprio come Federer
- è nato nel 1991, ovvero dieci anni dopo Roger, il quale è nato dieci anni dopo Sampras
Non aggiungo altro.
Ah, sì, ha fatto vedere i sorci verdi a Tsonga (che, sportivissimo, alla fine gli ha fatto molti complimenti).
Sabine Lisicki (Daylife)
Petra Kvitova 10. Picchiatrice di qualità, portatrice di un messaggio forte al tennis femminile, che è sempre più monotono e inguardabile. Francesca Schiavone ha vinto Parigi grazie alla varietà di gioco, Petra i Championships grazie ad un tennis potente e di qualità (ha una buona mano, assolutamente). Certo, la nostalgia delle Mauresmo e delle Henin al top è sempre più grande, ma nel frattempo ci accontentiamo di questi personaggi differenti dal gregge urlante e monocorde.
Intravedevo qualche possibilità per Robertina Vinci al terzo turno, ma dopo la vittoria del torneo mi sono dovuto in parte ricredere.
Maria Sharapova 6. La sufficienza giusto perché è tornata in una finale Slam (non accadeva da tre anni). Per il resto ha giocato un torneo decrescente: bene all’inizio, molto male alla fine, specie col servizio. Ha pagato, più di Nadal (fatte le debite proporzioni), la scarsità di variazioni nel suo gioco. Non un back, non uno schema alternativo al “corri, tira e urla”. Come la Kvitova cercava gli angoli e disegnava il campo, lei andava subito nel pallone perché “la mia palla in genere non torna di qua…”. Se il livello del “tennis” femminile non sale, vincerà altri Slam. Sigh.
Sabine Lisicki 9. Mi piace. Personaggio positivo, tennis molto simile alla grande Mary Pierce. Mostra molto le proprie emozioni sul campo, non teme le avversarie ed è tenace. Semifinale raggiunta con le unghie, in particolare epica la sua vittoria contro la Na Li.
Ok, siamo lontani dal tanto ricercato talento cristallino, ma anche qui ci accontentiamo ed esprimiamo la nostra contentezza per una ragazza che è tornata da un brutto infortunio, e che fino a pochi mesi fa era abbondantemente fuori dalle prime cento.
P.s. Bellissimo quando le è scappato da ridere vedendo la Bartoli fare i preparativi del servizio.
Victoria Azarenka 7. Non è la sua miglior superficie, ma è stata brava a sfruttare l’occasione persa da Francesca Schiavone contro la Paszek issandosi fino alla semifinale. Ha vinto un gran match contro la Hantuchova, non me l’aspettavo.
Marion Bartoli 1,5. Bene per il suo torneo, ha battuto Serena Williams e ha toccato i quarti di finale. Qualcuno tuttavia dovrebbe spiegarle che in campo ci si può e ci si deve comportare diversamente. Passino i salamelecchi prima del servizio, che rasentano la comicità di un qualsivoglia attuale ministro italiano. Ma le vere e proprie urla scomposte in faccia all’avversaria che ha sbagliato un colpo (che, puta caso, l’avrebbe lasciata più ferma del solito…), no. No. Ma proprio no.
Inguardabile.
Le sorelle Williams 4. Tornate da infortuni e varie, dovrebbero decidere cosa fare della loro carriera. O giocano a tempo pieno (e vincono), o vanno in pensione, perché è abbastanza insopportabile vederle giocare un torneo all’anno, magari vincendolo. Stavolta hanno perso prima, meglio così.
P.s. La Date (voto 8) meritava la vittoria contro Venus, peccato.
Caroline Wozniacki 3. La sufficienza, almeno, la prenderà non appena vincerà uno Slam. Rischia di essere una numero uno fittizia peggiore di Jankovic e Safina. E ce ne vuole.
Italiani/e
Francesca Schiavone 5,5. Non me la sento di darle la sufficienza. Ha giocato piuttosto bene nei primi match, ma al terzo turno con la Paszek ha buttato al vento un’occasione ghiottissima per giocare da favorita fino almeno alla semifinale.
Mi è piaciuta, per contro, la gestione del post-Roland Garros, che l’anno scorso non aveva curato al meglio (per usare un eufemismo).
Flavia Pennetta 6,5. Peccato per la Bartoli, gran match e vittoria che sarebbe stata meritata. Un buon terzo turno, se consideriamo i problemi che ha avuto e che in parte ha ancora.
Roberta Vinci 8. Straordinaria stagione, la sua. Peccato per il tabellone che l’ha fatta scontrare con la Kvitova solo al terzo turno. Meritava i quarti.
Assieme a Francesca è una delle giocatrici che gioca meglio a tennis nel circuito. Lunga vita, Robertina.
Roberta Brianti 6. Poco ha potuto contro la Kirilenko.
Romina Oprandi 6. Con la Dominguez Lino mi aspettavo qualcosa di più. Probabilmente risentiva ancora del problema al polso accusato in Olanda.
Sara Errani 6,5. Straordinaria contro la Kanepi, ampiamente sfavorita alla vigilia. Con la Bondarenko meno forte si poteva fare. Peccato.
Camila Giorgi 7. Il voto è tutto per essersi qualificata. La Pironkova (voto 8,5) ha dimostrato che la semifinale dello scorso anno non è stato un caso.
Camila tira forte e ha una mentalità vincente. Ovviamente attendiamo risposte dal campo, unico giudice spietato.
Flavio Cipolla 7. Si è qualificato e ha messo in difficoltà un ottimo Del Potro. Più di quanto dica il punteggio. Bravo.
Filippo Volandri 6. Non riesco a dare l’insufficienza ai turisti. Non è colpa sua, intendiamoci. Bravo, piuttosto, per la forza di volontà che sta dimostrando per tornare a certi livelli.
Potito Starace 5. Sull’erba è quel che è, eppure le potenzialità per fare bene sul veloce ci sarebbero. Allargando il discorso alla sua carriera, purtroppo Potito incarna alla perfezione un certo tipo di mentalità italiana. Incolore.
Simone Bolelli 6. Miracolato. Come a Parigi, riesce ad entrare come LL.
Trova Fischer (cioè io), lo batte. Trova Wawrinka (che aveva battuto Starace), e vince. Mi ha non poco preoccupato la poca stabilità su cui si regge il gioco di Simone. Ha vinto perché ha tirato forte sulle righe. Questa frase vale anche come risposta alla sua infima classifica (121).
Furlan è un ottimo elemento, speriamo riesca a farlo salire.
Andreas Seppi 5. Non posso assolverlo. Baghdatis è più forte, va bene. Ma non è lo stesso giocatore di qualche anno fa, e Andreas sull’erba ci deve quantomeno fare partita pari.
Prova del nove dopo la vittoria di Eastbourne: fallita.
Pubblico del Centre Court 10. Impeccabile, altro che quello parigino. Hanno compreso ogni situazione, ogni giocatore, ogni match. Invidia.
Organizzatori 10. Finalmente il tetto è concretamente servito, mi sa che iniziavano a preoccuparsi da quelle parti. Fatto sta che non hanno sbagliato una virgola, riuscendo ad onorare la tradizione della Middle Sunday senza tennis.
Sky Sport 7,5. Voto notevolmente abbassato per l’assenza dello studio in loco, che era stupendo.
Hanno alzato la media Meloccaro e Donato Grosso, l’inviato dalla terrazza sopra al campo 18 (mi pare). Ospiti sempre azzeccati (Tim Henman e il fratello di Djokovic), precisione, meno cerchiobottismo del solito, simpatia. Il gossip potevano risparmiarselo, ma poco male.
Francesco Bondielli
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