Florian Mayer, il giovane Werther dal lieto fine

Il meraviglioso colpo bimane di Florian Mayer. (Daylife)

Ti capita di vederlo giocare, e subito hai l’impressione di trovarti nel secolo sbagliato. Poi guardi meglio, e la racchetta non è di legno.
Florian Mayer, tedesco di Bayreuth classe 1983, destrorso, è nella settimana del suo best ranking, fissato al numero 18 del mondo. È il numero uno di Germania.
Nove vittorie Challenger in carriera, alcun titolo Atp su quattro finali giocate.  

Ai più, probabilmente, può sembrare un giocatore uscito tardi e che d’improvviso ha trovato continuità ad un certo livello.
Certo, può essere. Ma il suo miglior risultato della carriera, ad ora, riporta la data del 2004. Nonché la sua vera nascita tennistica. Wimbledon.
Lo ricordiamo molto bene, il tedesco, faccia gentile da giovane Werther, battere il grande Guillermo Coria al secondo turno e raggiungere successivamente i quarti di finale (aveva avuto la meglio anche su Arthurs, Ferreira e Joachim Johansson prima di perdere da Grosjean). L’argentino, reduce dalla drammatica finale di Parigi persa da Gaston Gaudio dopo aver sprecato due match points (non si riprese mai del tutto), impazziva di fronte alle smorzatine col salto di Mayer. Usciva stranamente perdente nel gioco a lui più congeniale, quello di tocco. Specie se al tedesco aggiungiamo un ottimo servizio percentuale e una profondità di colpi non indifferente.
Mayer è un talento puro. Il rovescio bimane è d’autore, meravigliosamente accompagnato con la mano sinistra. Ficcante, preciso, profondo. Dritto più ballerino, dall’apertura incredibilmente accentuata, ma mai in ritardo. Graziatissimo nella sua sgraziataggine, Mayer arriva benissimo su ogni palla, in barba al suo metro e novanta.
Il colpo migliore è senz’altro il taglio di rovescio, che diventa letale quando lo effettua corto col saltino di accompagnamento.

Doveva esplodere molto prima, Florian. Quando stava trovando le proprie certezze tennistiche, nel bel mezzo del 2008 è costretto ad abbandonare il tennis per tutta la stagione a causa di un infortunio alle dita della mano sinistra. L’infortunio non è cosa da poco. Lo ritroviamo, infatti, alla posizione numero 450 durante le prime settimane del 2009. L’anno della rinascita è il 2010. Florian raggiunge il terzo turno in Australia (perdendo dal Del Potro) e la semifinale ad Amburgo, che lo riporta fra i primi 50 dopo 6 lunghi anni di travaglio. Da quel momento la strada è in discesa. Con la finale a Stoccolma persa da Roger Federer, il nostro sfonda il muro dei 40.
2011. Florian Mayer non lo sa, ma nel corso di quest’anno aggiungerà al tennis ritrovato una continuità e una forza mentale mai viste prima.
Quarti di finale a Brisbane, semifinale a Sydney, secondo turno agli Open D’Australia (ma ha battuto Davydenko al primo), semifinale a Zagabria, quarti a Dubai, ottavi a Miami, finale a Monaco di Baviera, quarti a Roma e tre partite vinte su tre alla World Team Cup di Dusseldorf.
Valido su tutte le superfici, l’erba è probabilmente quella dove si esprime al meglio. La stagione è iniziata, e farebbe piacere vederlo tornare molto avanti nel suo Slam preferito. Magari vincendo, nel frattempo, il suo primo torneo del circuito maggiore. Adesso dipende solo da lui. Vai Florian.

Francesco Bondielli

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