Cadel Evans festeggia la vittoria
L’ ”eterno secondo”, il “grande piazzato”, o semplicemente “perdente”….Cosi era definito Cadel Evans fino all’anno scorso; il suo sogno era quello di vincere il Tour de France, ma per due volte negli anni passati era arrivato secondo, senza mai portare sulle spalle la maglia gialla a Parigi, nel 2007 dietro a Contador e nel 2008 dietro a Sastre, andandoci veramente vicino (sempre secondo infatti per meno di un minuto).
Il campione del mondo quest’anno, dopo aver ben figurato nelle grandi classiche di inizio stagione, è riuscito a realizzare il suo sogno: il 34enne è stato il primo australiano a vincere la Grand Boucle, portando la maglia gialla sugli Champs-Élysées a Parigi. C’è riuscito grazie all’ottima prestazione nella cronometro individuale di sabato, che gli ha permesso di strappare la maglia di leader della classifica generale al lussemburghese Andy Schleck (che l’aveva conquistata solamente il giorno prima nella difficilissima tappa alpina conclusasi all’Alpe d’Huez), rifilandogli ben 2’30’, e riuscendo cosi a trionfare con 1’34” sul lussemburghese del Team Leopard.
E’ stato una corsa molto emozionante. Molti si aspettavano battaglie tra i corridori di classifica già sui Pirenei, ma nessuno dei grandi ha attaccato; questo ha fatto si che a quattro tappe dalla fine fossero ancora in cinque a giocarsi il successo finale, e i tapponi alpini sono stati ovviamente decisivi. Il corridore di casa Thomas Voeckler che aveva conquistato la maglia gialla nelle tappe centrali della corsa, ha resistito alla grande finchè ha potuto, perdendola solo a tre tappe dal termine. Nella seconda tappa alpina (quart’ultima tappa generale), con arrivo in cima al Galibier (2645 metri), Andy Schleck ha fatto una grandissima prestazione, senza riuscire però a strappare la maglia gialla al francese della Europcar, che è riuscito a mantenerla per pochi secondi. Questa è stata una tappa fondamentale, poiché ha eliminato dalla corsa alla vittoria finale e ad un piazzamento sul podio i vari Alberto Contador, grandissimo favorito e vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, il nostro Ivan Basso e lo spagnolo Samuel Sanchez.
L’ultima tappa alpina, con arrivo all’Alpe d’Huez (1850 metri), ha visto lo spagnolo Contador attaccare sin dalle prime pedalate per cercare di recuperare il distacco accumulato nella tappa del giorno prima; ma a giocarsi veramente la vittoria finale erano rimasti in quattro: Voeckler, allo stremo delle forze che non voleva mollare la maglia gialla, i due fratelli Andy e Frank Schleck, e Evans, forte delle sue ottime capacità nelle corse a cronometro e quindi sicuro di avere ancora qualcosa da giocarsi. Dopo l’attacco iniziale di Contador, che riesce ad arrivare terzo sul traguardo (tappone vinto dal francese Rolland, davanti a Sanchez che porterà a Parigi la maglia di miglior scalatore, quella a pois), si arrende anche la maglia gialla Voeckler, che si vede costretto a cederla al capitano del Team Leopard, Andy Schleck. In questa salita Cadel Evans non attacca a tutta, ma si limita ad evitare gravi danni, forte appunto delle sue capacità nella tappa che all’indomani gli avrebbe permesso di conquistare la Grand Boucle. Alla fine di questa tappa, Schleck aveva 57” di vantaggio su Evans.
Sabato si è corsa invece la cronometro individuale, ultima tappa vera prima della passerella parigina, a Grenoble. I due fratelli Schleck non fanno una bella figura, e l’australiano riesce, anche senza aggiudicarsi la tappa (vinta da Martin) a vestire definitivamente la maglia gialla di leader della classifica generale, e a coronare il suo grande sogno, quello di vincere il Tour de France.
L’ultima tappa è invece stata vinta da Mark Cavendish, che riesce cosi a vincere la classifica a punti, portando la maglia verde a Parigi; l’inglese della HTC Highroad ha vinto ben 5 volate quest’anno, che fanno di lui il corridore con più successi di tappa al Tour.
Da segnalare anche la promessa francese Phillipe Rolland, vincitore come già detto dell’ultima difficile tappa alpina, che si presenta a Parigi con la maglia bianca, vale a dire quella indossata dal miglior giovane della corsa.
Peccato per i nostri italiani; Ivan Basso della Liquigas ha resistito fino alla penultima tappa sulle Alpi, ma non è mai riuscito a sferrare l’attacco decisivo. Mentre Damiano Cunego della Lampre, ha tenuto sempre bene la ruota dei migliori (lui che non era uomo di classifica), concludendo settimo nella generale, proprio davanti al connazionale della Liquigas.
Federico Scotto
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