Convocazioni a perdere?
















La lista dei 23 (o 24 finché Cossu fa il bagaglio appresso) campeones di Lippi non fa più discutere: è bastato il richiamo alla patria, la mesta qualità del gioco espresso nelle ultime amichevoli, la scarsa fiducia degli scommettitori per zittire anche le polemiche. Magari perfino Cassano, anche se non trova più la chiesa per sposarsi, è contento di avere una buona giustificazione per non stare in Sud Africa. Ma state tranquilli: dopo la scaramanzia per cui se si gioca male la prima partita è anche meglio (poi ci si riscatta), verrà facilmente il tempo delle critiche e dei rimpianti.
Rendiamo merito al CT di una certa coerenza perché il barile è quasi vuoto e non sono rimasti a casa tanti campioni che potevano fare la differenza. Di chi parliamo? Balotelli, Cassano, e poi?
Non abbiamo un vero sostituto di Pirlo a centrocampo perché oltre a Montolivo non c’è proprio nessuno nel nostro campionato; ci teniamo il capitano Cannavaro (36 anni) in difesa anche perché non ci sono dei fulmini di guerra da provare al suo posto. Là davanti abbiamo due querce ben piantate (Gilardinho e Pazzinho) ma quasi nessuno capace di servirli nel solo modo che davvero li rende pericolosi. Potevamo tenerci Giuseppino Rossi, sperando nella cabala del nome, ma perdevamo un centrocampista e Lippi, vista l’aria che tira, professa la regola del “primo non prenderle”. Difficile dargli torto se tutti, ma proprio tutti, ci vedono spacciati al massimo ai quarti di finale. C’è una sola speranza che va oltre i moduli e perfino i nomi: che la rabbia, la voglia di farla vedere, l’invidia per un’Inter tricampeon senza un solo italiano in campo (ci scusi Materazzi) e la tradizione dei brutti anatroccoli ci trasformano quando avremo le spalle al muro. Ha funzionato un sacco di volte. Difficile che vada dritta appena quattro anni dopo Germania 2006. Ma Lippi ci spera. Quanto ci costa provare a credere?


Tommaso Gosetti

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